Se avete mai guardato una partita di Champions League e pensato: “Wow, è bellissimo, ma perché sembra che non stia succedendo nulla?”, congratulazioni, non siete i soli. E questa settimana, nel programma “Numbers Don’t Lie” di CBS Sports Golazo Network, JayDee Dyer e Nico Cantor hanno deciso di portare proprio questa domanda sotto i riflettori. Con un piccolo aiuto da Thierry Henry e Gareth Bale, esaminano, statistica per statistica, se il calcio moderno abbia silenziosamente barattato l’entusiasmo con un’eccessiva struttura e un possesso palla sterile.
La creatività viene soffocata a favore del controllo?
Questo nuovo episodio non si aggira tra nostalgia e progresso. Piuttosto, si tuffa a capofitto nei numeri che stanno dietro al cambiamento di identità del calcio. Partendo da uno sguardo alle ere passate della Champions League, lo show evidenzia quanto radicalmente lo sport sia cambiato. Il numero di giocatori che osano provare a dribblare gli avversari si è ridotto, quasi come se la creatività rischiosa fosse stata silenziosamente bandita dai manuali di allenamento.

Dove sono finiti tutti gli eroi?
JayDee e Nico si soffermano anche sugli unicorni del calcio odierno. Stiamo parlando di quei pochi che tentano almeno 3 dribbling e forniscono almeno 2 passaggi chiave ogni 90 minuti. In altre parole, la specie in via di estinzione nota come “giocatori che davvero affrontano gli avversari e creano occasioni”, che ricordano giocatori come Luís Figo, Kaká, Juan Román Riquelme, ecc. Il loro numero in calo è più eloquente di qualsiasi editoriale: i grandi intrattenitori del calcio moderno vengono allenati e scomparsi.

La scomparsa della leggenda del Cult
E poi arriva forse la più grande vittima dell’era dei dati: il numero 10. Un tempo anima creativa di ogni squadra, ora sempre più trattato come un peso in un mondo in cui ogni giocatore deve pressare, seguire e contropressare con una costanza meccanica. Henry e Bale affrontano questo declino con il tono perplesso di due leggende cresciute in uno sport che permetteva ancora ai giocatori di provare qualcosa di divertente ogni tanto, con un improbabile eroe che mantiene vivo il ruolo in Europa con il suo immenso impatto sulle prestazioni della sua squadra.
>> Dovreste assolutamente sintonizzarvi sulla puntata per scoprire di chi stiamo parlando.
Non tutto è perduto
Il bello di questo segmento di “Numbers Don’t Lie” è che svela ciò che molti tifosi sussurrano ma pochi analisti osano dire: forse il calcio è diventato… un po’ troppo ordinato. Troppo preparato. Troppo controllato. Un mondo in cui gli allenatori sono ossessionati da sequenze di 42 passaggi che non portano a nulla, dove il possesso palla è un’identità piuttosto che uno strumento, e dove il dribbling, che un tempo era il cuore pulsante del gioco, ora è un inconveniente statistico.
Non è un elogio funebre. Ma è un avvertimento. E, detto da due icone che hanno definito l’imprevedibilità e la gioia del calcio al suo apice, è un duro colpo.
Se amate questo sport ma sentite che la magia si è esaurita… o siete semplicemente pronti a guardare Thierry Henry sorridere dell’ossessione del calcio moderno per il “controllo”, questo è il segmento che non vorrete perdervi.
Perché i numeri sono lì.
E come sempre, non mentono.