Mille partite! Non male per uno che presumibilmente “eredita le squadre migliori” e “spende tutti i soldi che vuole”.
Eppure eccoci qui: Pep Guardiola ha silenziosamente (beh, silenziosamente quanto chiunque altro nella panchina più rumorosa del calcio) raggiunto un traguardo che sembra al tempo stesso inevitabile e surreale.
Da quando è arrivato in Inghilterra, ha trasformato la Premier League nel suo simposio tattico personale: cinque titoli in sei anni, un triplete e un calcio così raffinato che a volte sembra scritto.
Certo, le risorse aiutano, ma vale la pena notare che altri hanno avuto budget simili e hanno finito per acquistare confusione invece del controllo.

Prima del City, è arrivato il Bayern, dove è stato accusato di aver “rovinato” una squadra che riusciva a vincere tutto solo in Germania, ridefinendo il ruolo di centrocampisti e terzini.
Prima ancora, il Barcellona: dove in qualche modo ha reso una squadra con Messi, Xavi e Iniesta ancora più forte. È curioso come “ereditare la grandezza” porti sempre a miglioramenti.

La troupe del programma “Numbers Don’t Lie” di CBS Sports Golazo Network ha analizzato più da vicino alcuni dei numeri sbalorditivi di Pep nell’episodio di questa settimana, evidenziando la sua percentuale di vittorie straordinariamente alta in tutte le squadre che ha allenato.
Non è il solo nella corsa al titolo di GOAT
I paragoni sono inevitabili. La longevità di Ferguson, la superiorità di Mourinho, l’energia di Klopp, la calma di Ancelotti. Il trucco di Guardiola potrebbe essere solo la sua ossessione. Pep non si accontenta di vincere; deve capire perché ha vinto.
Se gli altri sono narratori, Pep è il redattore che riscrive il finale finché non ha perfettamente senso.

Certo, i dibattiti continueranno. Sì, ha avuto soldi, ha avuto talento, ha avuto fortuna. Ma 1.000 partite dopo, forse la cosa più interessante di Guardiola non è ciò che ha ottenuto, ma come ha fatto reagire il resto del calcio.
>> Statistiche WTF della settimana: quando i numeri non mentono davvero
Tutti lo inseguono da oltre un decennio, di solito con un blocco per appunti e un sospiro. Se questa non è grandezza, è almeno qualcosa di molto simile.

E non è solo la narrazione a suggerirlo: anche i numeri lo confermano.