Il sipario sta per alzarsi sull’ultimo atto della UEFA Champions League 2024/25. Sul palcoscenico, due squadre che incarnano ambizioni, storie e stili diversi: da una parte l’Inter di Simone Inzaghi, che dopo la finale del 2023 è tornata a giocarsi il titolo continentale con rinnovata fame; dall’altra il Paris Saint-Germain, ancora a caccia della sua prima coppa dalle grandi orecchie, ma forse mai così maturo, completo, credibile e con il fattore Donnarumma, resosi protagonista assoluto nelle sfide contro il Liverpool agli ottavi e contro l’Arsenal in semifinale.
La cornice è quella delle grandi occasioni, lo scenario è carico di tensione e significato. Ma il contesto non è l’unico ingrediente di una sfida destinata a far parlare a lungo.

Tutto o Niente
L’Inter arriva a questa finale con un mix di esperienza e voglia di riscatto. Dopo la sconfitta in finale contro il Manchester City nel 2023, i nerazzurri hanno costruito un percorso europeo estremamente solido.
Ha affrontato proprio il City come prima squadra in questa nuova edizione della Champions League (0-0) e poi a seguire Stella Rossa, Young Boys, Arsenal, Lipsia, Leverkusen, Sparta Praga e Monaco.
Nel grande girone unico del nuovo format della Champions League si sono classificati al quarto posto e sono dunque passati direttamente agli Ottavi di finale, battendo il Feyenoord, poi in ordine il Bayern Monaco ai quarti e il Barcellona in semifinale.
Svolta Tattica e Consapevolezza
Il PSG, dal canto suo, ha finalmente trovato una quadra. Senza più i vari Mbappé, Messi e Neymar, ma con un collettivo più giovane e dinamico, Luis Enrique ha modellato una squadra meno “galattica” e più bilanciata.

Il calendario europeo dei parigini è iniziato con una vittoria di misura contro il Girona per poi avere molti più bassi che alti. Infatti gli Les Parisiens si sono classificati al 15esimo posto in classifica e per proseguire nella competizioni hanno dovuto fronteggiare il Brest ai playoff, vincendo però in scioltezza sia andata che ritorno.
Voglia di Rivincita
Se la stagione dell’Inter è stata complessivamente positiva in Europa, sul fronte nazionale ha lasciato qualche rimpianto. Dopo aver dominato gran parte della Serie A, i nerazzurri hanno ceduto lo scudetto al Napoli di Antonio Conte nelle ultime giornate. Un sorpasso bruciante, che ha lasciato l’amaro in bocca a una squadra che sembrava in controllo fino a fine aprile.
Questa finale rappresenta quindi un’opportunità di riscatto. Non solo per il titolo sfumato in Italia, ma anche per la ferita ancora aperta della finale di Istanbul contro il City. Inzaghi ha saputo costruire un gruppo unito, in cui veterani come Lautaro, Barella e Çalhanoğlu si fondono con l’affidabilità di Pavard, Bastoni, Sommer e la forza fisica di Thuram.
La chiave sarà proprio la capacità di restare corti, compatti e letali nei momenti decisivi, sfruttando i calci piazzati e l’imprevedibilità degli esterni.

Occhio a Quei Quattro
Al contrario degli anni passati, il PSG non è più solo Mbappé. Anzi, è forse tra le squadre che hanno saputo trarre il massimo dal proprio potenziale offensivo distribuendo responsabilità e talenti.
Genio e sregolatezza, ma anche tanta sostanza in questa stagione. L’ex Barcellona sembra finalmente libero dagli infortuni e ha trovato in Luis Enrique un tecnico capace di gestirlo. Contro l’Arsenal è stato devastante all’andata della semifinale e la sua velocità potrebbe mettere in seria difficoltà l’Inter, soprattutto se trova campo aperto da attaccare.

Il classe 2002 ex Lione è esploso definitivamente in questa Champions. Dribbling, visione, capacità di saltare l’uomo e leggere gli spazi: Barcola è diventato un fattore nelle transizioni offensive, sfruttando la sua capacità di agire tra le linee e creare superiorità numerica. Ha messo a referto 3 gol e 3 assist nella competizione, ed è spesso l’uomo che sblocca l’azione.

L’esterno offensivo georgiano, ex Napoli, è un talento tecnico e tattico di prim’ordine. Dotato di dribbling esplosivo e visione di gioco. La sua versatilità gli consente di adattarsi a diverse posizioni offensive, rendendolo imprevedibile per le difese avversarie. L’Inter lo conosce bene, ma forse non abbastanza.

4. Vitinha
Tra i più continui e determinanti. La mezzala portoghese è diventata il metronomo e l’anima del centrocampo parigino. Ottima lettura tattica, grande pulizia tecnica e una crescita mentale notevole. Il suo duello con Barella sarà uno dei punti focali della finale.

Il Jolly
Doué, 19 anni, è il jolly pescato dal Rennes e buttato nella mischia nel momento chiave della stagione. Luis Enrique lo ha utilizzato come trequartista e anche come ala: rapidità, tiro e dribbling micidiale. Un profilo che può spaccare la partita entrando a gara in corso, ma anche dall’inizio. Guai a sottovalutarlo.

Chiavi Tattiche del Match
Sarà una partita ad alta intensità, ma non per forza frenetica. L’Inter cercherà di abbassare il ritmo, controllare le transizioni e impedire al PSG di accendersi sugli esterni. La presenza di Acerbi al centro della difesa, coadiuvato verosimilmente da Bastoni e Pavard, sarà cruciale per leggere in anticipo le sortite avversarie.
In mezzo al campo, l’equilibrio tra Çalhanoğlu, Mkhitaryan e Barella sarà determinante per limitare le giocate interne di Fabian Ruiz, Joao Neves e Vitinha. Davanti, Lautaro e Thuram dovranno essere cinici come non mai, anche perché le occasioni potrebbero essere poche e sporche.

Luis Enrique, invece, punterà su un pressing alto e sul palleggio basso per far uscire l’Inter e poi colpire in velocità. Il PSG con tutta probabilità proverà a isolare gli esterni uno contro uno, soprattutto Kvaratskhelia e Dembélé e a sfruttare l’imprevedibilità di Barcola in mezzo. Anche se Goncalo Ramos resta una possibile sorpresa da titolare, visto che è quello con più caratteristiche da prima punta tradizionale.
Lo Scenario
Non è solo una finale di Champions. È una sfida di identità, approcci e percorsi. L’Inter con la sua fame e la voglia di tornare a sollevare un trofeo europeo dopo il 2010. Il PSG con l’ossessione della coppa, dopo i vari fallimenti, soprattutto l’occasione persa nel 2020 contro il Bayern Monaco.
In una gara secca, tutto può succedere. Ma la sensazione è che stavolta nessuna delle due si senta “ospite” di questo evento. Inter e PSG sono arrivate fin qui perché lo meritano. E adesso, lo stadio che le ospita, l’Allianz Arena di Monaco, dovrà solo accendersi. La storia è pronta a scrivere un nuovo capitolo. Ancora una volta in una finale europea vedremo un Italia vs Francia.