Juventus–Inter (a Torino): i 5 match più Indimenticabili degli Ultimi 30 anni

Il Derby d’Italia non è mai una partita come le altre. Juventus e Inter rappresentano due modi diversi di intendere il calcio, due storie che si intrecciano da oltre un secolo, due tifoserie che si guardano con orgoglio e diffidenza. È una rivalità che va oltre il campo, fatta di polemiche, episodi storici e momenti che restano scolpiti nella memoria collettiva. A Torino abbiamo visto scriversi pagine indelebili. Vittorie di prestigio, sconfitte brucianti, episodi arbitrali che ancora oggi alimentano discussioni.

Di seguito, cinque partite degli ultimi trent’anni che più di altre hanno lasciato il segno, non solo per il risultato ma per il contesto, le emozioni e il premio in palio. Cinque capitoli che raccontano la grandezza e la complessità di un duello eterno.

26 aprile 1998: Juventus 1-0 Inter (Stadio Delle Alpi)

Il primo match che non può mancare in questa selezione è il 1-0 del 1998, firmato da Alessandro Del Piero. Ma il risultato è solo la superficie di una partita che, ancora oggi, è ricordata come una delle più controverse nella storia del calcio italiano.

Il cuore della vicenda è l’episodio al 70’: Ronaldo Nazario entra in area e viene travolto da Iuliano. L’arbitro Ceccarini lascia correre, tra lo stupore generale. Sul ribaltamento di fronte, la Juventus ottiene un rigore per fallo su Del Piero: lo stesso capitano si presenta dal dischetto, ma fallisce. Nonostante l’errore, la Juve riesce a mantenere il vantaggio e a portare a casa tre punti cruciali per la corsa scudetto.

Quel mancato rigore a Ronaldo divenne subito un caso nazionale. L’allenatore dell’Inter, Gigi Simoni, invase il campo furibondo mentre la palla era in gioco e portato via fisicamente. La partita si trasformò in un simbolo delle infinite polemiche legate agli arbitraggi in Italia, un episodio che nel 2025 continua ancora a dividere tifosi e opinionisti. È il perfetto esempio di come Juve–Inter vada oltre il calcio, diventando terreno di scontro mediatico, politico e sportivo.

29 novembre 2003: Juventus 1-3 Inter (Stadio Delle Alpi)

Cinque anni dopo, sempre al Delle Alpi, lo scenario è completamente diverso. Questa volta a esultare sono i nerazzurri, con un trionfo per 3-1 che resta tra le vittorie più nette dell’Inter a Torino negli anni Duemila.

L’Inter, guidata da Zaccheroni, si presenta con carattere e qualità, colpendo una Juventus che in casa raramente crollava con tale fragore. I marcatori: Julio Cruz x2 e Obafemi Martins. l’Inter gioca con lucidità, segna nei momenti chiave e annienta la squadra bianconera, che sotto Marcello Lippi era abituata a imporre il proprio gioco.

Quella partita fu un segnale importante: dimostrò che, anche a Torino, l’Inter poteva non solo vincere, ma farlo con autorità. Per i tifosi nerazzurri resta una serata di orgoglio, per i bianconeri una ferita difficile da dimenticare. Era il Derby d’Italia che ribadiva come, in un duello di tale portata, nessuno potesse sentirsi al sicuro, neppure nella propria “roccaforte”.

25 marzo 2012: Juventus 2-0 Inter (Juventus Stadium)

Il terzo capitolo ci porta allo Juventus Stadium, inaugurato pochi mesi prima. Il 25 marzo 2012, la Juventus di Antonio Conte si impone 2-0 con reti di Martín Cáceres e Alessandro Del Piero.

È una vittoria significativa per due motivi. Il primo è sportivo: quella Juve era imbattuta in campionato e stava ponendo le basi per un ciclo che avrebbe dominato la Serie A per un decennio. L’Inter, invece, si trovava in una fase di transizione, con risultati altalenanti e un progetto tecnico non ancora definito.

Il secondo motivo è prettamente emotivo: il gol di Del Piero. A 37 anni, entrato dalla panchina, Alex sigla il 2-0 con destro radente a incrociare all’angolino, su assist di Vidal. È la sua ultima rete a Torino con la maglia bianconera contro l’Inter. Tutto ciò assume un enorme valore simbolico. Uno degli ultimi squilli quasi teatrali ai suoi tifosi, in un Derby d’Italia che diventa anche atto di commiato. In quel momento, la storia e la rivalità si fondono in un unico applauso che attraversa lo Stadium.

3 novembre 2012: Juventus 1-3 Inter (Juventus Stadium)

Solo pochi mesi dopo, la storia prende un’altra piega. Il 3 novembre 2012, l’Inter di Andrea Stramaccioni infligge alla Juventus la sua prima sconfitta in campionato da oltre un anno, vincendo 3-1 a Torino.

Il dato è clamoroso: i bianconeri erano imbattuti da 49 partite, tra il 2011 e il 2012. Una striscia che sembrava inarrestabile, proiettata verso il record assoluto del Milan di Fabio Capello (58 gare senza sconfitte). L’Inter spezza tutto, interrompendo un cammino che sembrava destinato a riscrivere la storia.

È una delle vittorie più pesanti dell’Inter in epoca recente, non solo per il risultato ma per ciò che rappresenta: abbattere la Juventus nel suo nuovo fortino, in uno stadio che stava diventando sinonimo di dominio totale e paura inflitta agli avversari. Quella sera Andrea Stramaccioni diventa l’eroe inatteso. Per la Juve, invece, è una sconfitta che fa molto male, ma che rafforza la narrativa della rivalità eterna.

8 marzo 2020: Juventus 2-0 Inter (Allianz Stadium)

Il quinto match scelto non è ricordato tanto per il risultato in sé (2-0, con reti di Ramsey e Dybala), ma più che altro per il contesto. È l’8 marzo 2020, il primo Derby d’Italia a porte chiuse a causa della pandemia da Covid-19.

Le immagini dello stadio deserto restano scolpite nella memoria: un silenzio surreale accompagna la partita, in un clima che già preannunciava il lockdown totale. Juventus e Inter scendono in campo con le stelle del momento, su tutti Cristiano Ronaldo, ma la cornice è spettrale, quasi irreale.

Il gol di Dybala, una perla tecnica, diventa simbolo di un calcio che cercava normalità in un mondo improvvisamente stravolto. Più che un match, quella sera fu un manifesto di resilienza, un ricordo indelebile di come il Derby d’Italia si intrecciò persino con la cronaca globale.

Si Alza il Sipario

Cinque partite, cinque racconti che testimoniano quanto Juventus–Inter a Torino sia molto più di una sfida di calcio. È rivalità, perché ogni vittoria e ogni sconfitta pesano come macigni nella memoria collettiva. È polemica, perché episodi come quello di Ronaldo nel 1998 continuano a dividere il Paese. È blasone, perché in campo non scendono solo due squadre, ma due simboli del calcio italiano ed europeo.

Il passato ci ha insegnato che in questa sfida non esistono partite banali. Ogni volta che Juventus e Inter si affrontano, lo stadio diventa palcoscenico, il pubblico coro, i giocatori attori di una rappresentazione che unisce sport e passione. La storia è già scritta, ma ogni fischio d’inizio è anche un nuovo inizio.

Sabato alle 18:00, all’Allianz Stadium, il sipario si alzerà e il Derby d’Italia sarà ancora una volta pronto a regalare un’altra pagina indimenticabile.