Il traghettatore di Napoli
Dopo una stagione 2023-2024 deludente, conclusa con un decimo posto che ha fatto dimenticare troppo in fretta il trionfo dello Scudetto precedente, il Napoli ha intrapreso una rivoluzione radicale sotto la guida di Antonio Conte. L’allenatore pugliese ha portato disciplina, intensità e una visione tattica chiara, trasformando la squadra quasi in una macchina perfetta. A tre giornate dalla fine del campionato, gli azzurri guidano la Serie A con 77 punti, tre in più dell’Inter, grazie a una serie di vittorie convincenti, una difesa granitica e un’identità finalmente riconoscibile.
L’ultima dimostrazione di forza è arrivata nella vittoria per 1-0 in casa del Lecce, con un gol decisivo di Giacomo Raspadori, a dimostrazione della profondità della rosa e della capacità del Napoli di trovare soluzioni anche nei momenti più tesi.
L’uomo rivelazione
Acquistato dal Manchester United per 30 milioni di euro, Scott McTominay si è rivelato il fulcro del centrocampo napoletano. Con 12 gol stagionali (di cui 11 in campionato), ha superato il record di Denis Law per il maggior numero di reti segnate da uno scozzese in Serie A, dopo 63 anni.
La sua versatilità gli permette di giocare sia come mezz’ala che come trequartista, offrendo equilibrio e incisività alla manovra offensiva. Il suo soprannome “McFratm”, un mix tra il classico “Mc” scozzese e il napoletano “fratm” (fratello), è diventato virale e testimonia l’affetto con cui è stato accolto dal pubblico partenopeo.
Solidità e intelligenza
Frank Zambo Anguissa e Stanislav Lobotka completano un centrocampo di grandissimo valore. Il camerunense, con la sua fisicità, capacità di recupero palla e incursioni offensive, è uno dei perni del pressing alto richiesto da Conte. Anche lui ha contribuito con reti e assist in momenti chiave della stagione. Lo slovacco, invece, è il cervello silenzioso: i suoi passaggi precisi, la capacità di resistere alla pressione e l’eccellente visione di gioco permettono alla squadra di mantenere il controllo anche nelle fasi più concitate. Insieme, i due rappresentano l’equilibrio perfetto tra muscoli e cervello, fondamentali nel meccanismo rodato di Conte. Inoltre se la squadra ha un’ottima percentuale di passaggi precisi (86.4%) e come media di palloni recuperati (42.5) lo deve molto a questi due.
Difesa di ferro malgrado assenza di Buongiorno
La solidità difensiva è uno dei marchi di fabbrica del Napoli di Conte. Con soli 25 gol subiti e ben 17 clean sheet, la squadra vanta ancora oggi la miglior difesa del campionato. Il cuore del reparto era rappresentato dalla coppia centrale formata da Amir Rrahmani e Alessandro Buongiorno. Quest’ultimo, arrivato dal Torino per 35 milioni di euro, si è imposto immediatamente come leader del reparto arretrato: sicuro in marcatura, abile nel gioco aereo e ordinato in fase di impostazione.
Purtroppo, una lesione all’adduttore rimediata proprio nell’ultima al Maradona contro il suo ex Torino lo ha costretto a terminare anzitempo la stagione. La sua assenza rappresenta un duro colpo per il Napoli, ma finora il sistema difensivo costruito da Conte ha retto bene anche senza di lui, grazie a un’organizzazione precisa e a una copertura collettiva impeccabile.
L’arma (non) segreta di Conte
Romelu Lukaku, voluto fortemente da Conte e acquistato per 30 milioni di euro, è stato protagonista di una stagione da incorniciare. Con 12 gol e 11 assist, è l’unico giocatore in Europa, insieme a Mohamed Salah e Michael Olise, ad aver raggiunto la doppia cifra in entrambe le statistiche.
La sua intesa con McTominay è tra le chiavi del successo offensivo del Napoli, così come la sua capacità di creare spazi, giocare spalle alla porta e trascinare la squadra nei momenti più difficili. Nonostante qualche piccolo problema fisico durante la stagione, Lukaku si è dimostrato ancora una volta l’attaccante ideale per il calcio verticale e aggressivo di Conte.
Il lavoro non è ancora finito!
Nonostante le assenze pesanti e pochi ricambi all’altezza, la capacità di Conte di adattare il sistema di gioco, ruotare gli uomini e mantenere alta l’intensità ha permesso di non perdere mai terreno nella lotta Scudetto.
Con 77 punti, il Napoli è in testa alla Serie A, inseguito dall’Inter a quota 74. Mancano solo tre giornate alla fine del campionato e i partenopei hanno il destino nelle proprie mani. Le prossime sfide contro Genoa, Parma e Cagliari saranno decisive per conquistare il quarto Scudetto della storia del club, il secondo nel giro di tre stagioni.
Ogni partita è una finale, e ogni dettaglio potrebbe fare la differenza in un finale di stagione che si preannuncia infuocato.
Riusciranno nell’impresa?
Antonio Conte ha trasformato il Napoli in una squadra solida, determinata e vincente. Grazie a una gestione attenta, acquisti mirati e una filosofia di gioco chiara e identitaria, i partenopei sono tornati a sognare in grande.
L’impronta dell’allenatore si vede in ogni dettaglio: dall’intensità degli allenamenti alla compattezza in campo, passando per il recupero mentale di giocatori che sembravano smarriti. La città di Napoli sogna, e lo fa con consapevolezza: questa volta il traguardo non è più “un miracolo” come lo definiva il suo stesso allenatore, ma il frutto di un lavoro meticoloso, collettivo e guidato da un uomo che sa come si vince.