Il campionato di Serie A 2024-25 è arrivato al suo epilogo con un duello acceso, teso, forse imprevedibile. Napoli contro Inter, Antonio Conte contro Simone Inzaghi, sud contro nord, due filosofie a confronto, una sola vincente. Dopo 37 giornate, il Napoli comanda la classifica di Serie A con 79 punti, l’Inter insegue a 78. Entrambe hanno pareggiato nella 37ª giornata, mantenendo inalterate le distanze. Venerdì alle 20:45 si chiude il sipario e un’intera stagione si giocherà su due campi, contemporaneamente, da un lato al Maradona, dall’altro al Sinigaglia di Como.
Occasione mancata per entrambe
Parma-Napoli: tensione da match point. Al Tardini, il Napoli ha perso un’occasione gigantesca. Lo 0-0 contro un Parma abbastanza difensivista ancora in piena lotta salvezza ha lasciato un sapore amarissimo nella bocca degli uomini di Conte. I partenopei hanno mantenuto sì il primo posto, ma senza riuscire a sigillarlo.
La squadra ha faticato nella costruzione, Lukaku troppo isolato, è stato ben contenuto dalla difesa ducale. Non sono bastati il 72% di possesso palla e i 7 tiri complessivi, di cui solo 2 conclusioni hanno centrato la porta.
Rabbia e rimpianti
Anche l’Inter ha sprecato una grossa chance. A San Siro, contro una Lazio il cui obiettivo era sicuramente uscire illesa e magari con un punto prezioso vista la corsa all’Europa. I nerazzurri passano in vantaggio con Bisseck sugli sviluppi di un corner e il match sembra andare in quella direzione, ma non molto dopo il suo ingresso dalla panchina, Pedro, riesce a riportare il risultato in equilibrio al 74esimo minuto. E’ Dumfries con un colpo di testa a riportare l’Inter davanti, ma la Lazio di Baroni più di una volta questa stagione, ha dimostrato che non molla, infatti all’ultimo minuto le viene assegnato un calcio di rigore, realizzato sempre da Pedro.
La furia di Simone Inzaghi nei confronti dell’arbitro Chiffi sarebbe stata la ragione che ha spinto l’Inter al silenzio stampa dopo il 2-2 contro la Lazio. I dirigenti nerazzurri avrebbero infatti impiegato tenuto per un’ora negli spogliatoi l’allenatore, nel tentativo di calmarlo e di convincerlo a desistere dal protestare contro il direttore di gara.

Il duello dalla panchina
Antonio Conte e Simone Inzaghi. Il primo è il generale, l’uomo dei proclami e delle battaglie vinte col sudore e con “la cazzimma”; il secondo è il tipico gestore “elegante”, il tecnico che ha trasformato la sua Inter in una macchina quasi perfetta, fluida e dominante. Eppure, a 90 minuti dalla fine del campionato, è il Napoli del tecnico leccese ad avere un punto in più.
Tra i due allenatori si è consumato un duello sottile ma costante durante l’anno, fatto di frecciatine, gestione degli infortuni e approcci tattici differenti. Conte ha riportato al centro del progetto la solidità difensiva e l’intensità fisica, Inzaghi invece ha puntato su possesso palla e coralità. Il risultato è stato ed è un testa a testa appassionante, in cui ogni dettaglio può fare la differenza.

Un quasi capolavoro
Ad inizio anno non tutti avrebbero scommesso su un Napoli in corsa per il titolo, molti davano come favorite assolute Inter e addirittura Juventus. Oggi però, va sicuramente riconosciuto ad Antonio Conte un lavoro straordinario, nonostante il suo Napoli, va ricordato, fosse fuori dalle competizioni europee. Dopo la cessione di un top come Kvaratskhelia e un’estate di discreto rinnovamento, con un mercato non poi tanto soddisfacente e non all’altezza di un allenatore così di spessore, il tecnico salentino ha comunque plasmato una squadra nuova, pragmatica, affamata.

Il centrocampo è stato il cuore pulsante del progetto. Lobotka ha diretto il gioco con maestria, Anguissa ha garantito fisicità e inserimenti, mentre l’arrivo di McTominay dal Manchester United ha aggiunto muscoli e gol (11).
In difesa, l’ex Torino Alessandro Buongiorno si è imposto come leader, completando un reparto affidabile e compatto, il migliore del campionato, con finora solo 27 gol subiti. E davanti? Romelu Lukaku, ovviamente. Come sappiamo, ritrovato, voluto e rigenerato dal sistema Conte. Con 13 reti in campionato, il belga è stato decisivo nei momenti chiave, tornando quel centravanti totale e dominante che aveva incantato Milano con la maglia dell’Inter proprio sotto la guida dell’attuale allenatore partenopeo.

Inter, che stagione particolare…
Per lunghi tratti della stagione, l’Inter è sembrata destinata a vincere lo Scudetto con settimane d’anticipo. La squadra di Inzaghi ha mostrato qualità, profondità e una gestione impeccabile delle rotazioni. Ma qualcosa si è inceppato nelle ultime settimane: tra pareggi e sconfitte inattese e stanchezza palpabile dei propri giocatori.
I nerazzurri dovranno ora vincere a Como e sperare in un clamoroso passo falso del Napoli al Maradona per consolidare a Milano il tricolore. Un’impresa difficile ma non impossibile.
Numeri a confronto
Napoli
- 23 vittorie, 10 pareggi, 4 sconfitte
- 57 gol segnati, 27 subiti
- 18 volte rete inviolata
- Miglior marcatore: Romelu Lukaku (13 gol)
- Lobotka leader nei passaggi (91% media precisione)
- Media punti a partita: 2.14
Inter
- 23 vittorie, 9 pareggi, 5 sconfitte
- 77 gol segnati, 35 subiti
- Miglior marcatore: Marcus Thuram (14 gol)
- Miglior attacco in Serie A
- Miglior differenza reti: +42 (al pari dell’Atalanta)
- Media punti a partita: 2.11

Le partite decisive
All’ultima giornata, il Napoli ospiterà quindi il Cagliari di Nicola, già salvo ma intenzionato a chiudere con dignità questa stagione. I sardi non hanno più pressioni, né motivazioni vere, ma sicuro non vorrà “farsi da parte”. Conte lo sa bene e ha già blindato la concentrazione del gruppo.
Più complicato l’impegno dell’Inter, attesa al Sinigaglia contro un Como che ha dimostrato carattere e qualità, specialmente in casa. I lariani non regaleranno nulla, spinti anche dal prestigio di chiudere la stagione contro una grande. Inzaghi dovrà contare sulla voglia di rivalsa dei suoi dopo l’amara rimonta subita con la Lazio.

L’ultima corsa
Numeri alla mano e calendario alla luce, il Napoli parte leggermente favorito. Il punto in più, il fattore casa e l’avversario già salvo sono elementi che giocano a favore ovviamente degli azzurri. Ma la storia recente del calcio italiano insegna che nulla è scontato all’ultima giornata, specie quando di mezzo ci sono emozioni, pressione e nervi da gestire.
L’Inter ha l’esperienza di chi ha già vinto, il Napoli la fame di chi vuole tornare in vetta a soli due anni dal trionfo con Spalletti. Venerdì sarà una giornata di passione per le città di Napoli e Milano. Piazze in fibrillazione, milioni di tifosi col fiato sospeso. Una sola andrà a dormire con lo Scudetto cucito sul petto.
Alle 20:45 si accenderanno le luci. Poi, come sempre, parlerà il campo.