Wimbledon 2025: Tre Uomini, Tre Record, Un Solo Titolo

Il torneo di tennis più antico e iconico al mondo torna ancora una volta – e con esso, alcune domande scottanti. Novak Djokovic può entrare nella storia eguagliando gli otto titoli di Wimbledon di Roger Federer e, allo stesso tempo, superare il record assoluto di titoli Slam in singolare? Carlos Alcaraz riuscirà a confermare il suo dominio sull’erba e conquistare il terzo titolo consecutivo? Jannik Sinner riuscirà a fare ciò che nessun uomo italiano ha mai fatto, sollevando il trofeo di Wimbledon? O sarà finalmente il momento di un outsider, pronto a sconvolgere le gerarchie?

Wimbledon 2025

Una nuova era sull’erba: campi più lenti, occasioni in crescita

Wimbledon, celebre per i suoi campi in erba veloci con superficie alta appena otto millimetri, offre un terreno di gioco scivoloso con il rimbalzo più basso in assoluto. Questa superficie premia le tattiche di serve-and-volley e il gioco aggressivo, rendendo i colpi in slice particolarmente efficaci grazie al rimbalzo minimo. I rimbalzi spesso imprevedibili costringono i giocatori a reazioni rapidissime e, di conseguenza, gli scambi tendono a essere brevi – spesso si concludono entro appena quattro colpi.

Tuttavia, l’erba di Wimbledon è cambiata parecchio nell’ultimo decennio. Oggi è visibilmente più lenta rispetto al passato, principalmente a causa delle modifiche nel taglio del prato e dell’aumentata durezza del terreno. Nonostante l’erba rimanga la superficie più veloce, l’introduzione di palline più “fluffose” e l’aumento del rimbalzo l’hanno resa più accessibile anche ai giocatori meno abituati a brillare sull’erba.

Il risultato? Meno discese a rete rispetto al passato e performance di successo da parte di tennisti che, anni fa, avrebbero faticato su questo tipo di superficie. Con l’arrivo della fase finale della stagione sull’erba, il palco è pronto per un altro Wimbledon da ricordare. Ecco cosa aspettarsi dai favoriti, dagli outsider e da chiunque si trovi nel mezzo.

Djokovic punta ai record di Federer e Court

Djokovic rimane un avversario temibile su tutte le superfici, specialmente nei grandi eventi come gli Slam. Le sue recenti prestazioni al Roland Garros dimostrano che è ancora tra i migliori cinque giocatori del mondo, anche se il suo attuale ranking più basso potrebbe portarlo a incrociare avversari ostici già nei primi turni. Proprio a Parigi, grazie ad alcune sorprese nei turni iniziali, ha evitato big match contro giocatori come Shapovalov, Humbert e Medvedev fino ai quarti.

Dopo aver perso il primo set, ha portato a casa una vittoria fondamentale contro Zverev nei quarti. In semifinale ha perso 3-0 contro Sinner, ma è rimasto competitivo in ognuno dei tre set. Questo dimostra che, se il sorteggio di Wimbledon gli offrirà un percorso agevole fino alle semifinali, Djokovic sarà ancora una minaccia per chiunque, su qualsiasi superficie.

Novak Djokovic, Roland Garros

Ancora non è finita: la storia di Djokovic a Wimbledon continua

Wimbledon è diventato il suo terreno di caccia preferito dal 2018. Nelle sue ultime 46 partite sull’erba, ne ha vinte 43 – un dato impressionante che testimonia quanto sia a suo agio su questa superficie. Ancora più sorprendente, considerando che negli ultimi 15 anni ha quasi sempre evitato i tornei preparatori sull’erba, fatta eccezione per una singola apparizione all’Eastbourne Open nel 2017.

Nonostante questa strategia consolidata, i risultati a Wimbledon parlano chiaro: ha perso appena quattro set complessivi tra i tornei 2023 e 2024, fino alle finali contro Alcaraz. Non manca una finale dal 2018, e anche a 38 anni, la sua mobilità, precisione ed esperienza sull’erba lo pongono ancora in una categoria a parte.

Novak Djokovic Wimbledon

Il sette volte campione non insegue solo il record di Federer, ma anche un posto unico nella storia del tennis: un ottavo titolo a Wimbledon significherebbe il suo 25° Slam in carriera, superando il record assoluto di Margaret Court nei titoli Slam in singolare. In questa stagione, Djokovic ha mostrato i primi segnali concreti di declino, con l’età che inizia a farsi sentire. Ma nonostante l’età, la quinta posizione ATP e possibili incroci difficili nei turni iniziali, Djokovic resta l’uomo da battere a Wimbledon.

Alcaraz: Il Nuovo Re dell’Erba?

Carlos Alcaraz ha solo 22 anni, ma ha già conquistato Wimbledon due volte – e lo ha fatto in maniera convincente. La vittoria in tre set su Djokovic nella finale dello scorso anno è stata una dichiarazione di potenza, e il suo bilancio complessivo sull’erba (24 vittorie e 3 sconfitte prima dell’inizio della stagione 2025 su questa superficie) dimostra che non si è trattato di un caso isolato. Quest’anno arriva in forma smagliante, dopo aver dominato sulla terra battuta con i successi a Monte Carlo, Roma e Roland Garros. Dopo aver battuto Sinner sia a Roma che a Parigi, la sua fiducia è al massimo, e punta ora a superare il record di Nadal a Wimbledon, fermo a due titoli.

La vittoria su Jannik Sinner a Roma ha rappresentato un momento chiave per la sua stagione, rafforzando ulteriormente la sua autostima e confermando il suo status di nuovo Re della Terra Battuta. Nonostante il successo, però, in alcuni match prima della finale di Roland Garros si sono intravisti segni di vulnerabilità e qualche calo di continuità: ha perso set contro tutti gli avversari tranne Giulio Zappieri (n.310 ATP) e Tommy Paul.

Durante la semifinale di Parigi contro Musetti, Alcaraz è apparso visibilmente nervoso. Il suo rendimento è stato altalenante, con segnali evidenti di ansia. Anche se Musetti si è ritirato sotto 2 set a 1 per infortunio, le difficoltà di Carlos erano palpabili. Ma è stata la finale contro Sinner a rivelarsi ancora più drammatica e impegnativa. Sotto di due set e con diversi match point contro, Alcaraz ha messo in mostra una resilienza mentale straordinaria, orchestrando una rimonta incredibile per vincere il suo secondo Roland Garros consecutivo. Una delle cinque partite più spettacolari di sempre, con entrambi i giocatori che hanno spinto il proprio fisico al limite – uno scontro che ha ricordato i migliori momenti del “Big 3”. La sfida è durata 5 ore e 40 minuti. La sconfitta di Sinner non è stata una vera sconfitta: è stato Alcaraz a strappare la vittoria con determinazione feroce e totale abnegazione.

Carlos Alcaraz, Jannik Sinner, Roland Garros 2025

Questa rimonta memorabile non solo ha dato ulteriore slancio a Carlos, ma ha anche ribadito il suo predominio, portando il bilancio degli scontri diretti contro Sinner sull’8-4. Sei ore sotto il sole, senza supporto a bordo campo e lottando anche contro se stesso: Alcaraz ha mostrato un livello di concentrazione e forza mentale eccezionale, mettendo alla prova i limiti fisici e psicologici dell’atleta. Il divario tra questi due giocatori e il resto del circuito è netto.

Dalla terra all’erba: la costruzione di un campione moderno

L’esplosività e la versatilità di Alcaraz lo rendono particolarmente pericoloso sull’erba, soprattutto a Wimbledon, dove le reazioni rapide sono fondamentali. I campi di Wimbledon premiano un gioco fatto di servizio, risposta e pochi scambi: uno stile che si sposa perfettamente con il modo di giocare di Carlos. Il suo punto di forza sono gli scambi brevi (da 0 a 4 colpi), che costituiscono il 75% del suo gioco sull’erba. Ha dichiarato più volte il suo amore per questa superficie, che gli permette di essere aggressivo e di andare spesso a rete – anche assumendosi qualche rischio.

Persino Andre Agassi, che ha consegnato il trofeo del Roland Garros ad Alcaraz, ha affermato che l’erba è la sua superficie migliore. Chi è stato l’unico giocatore a batterlo sull’erba negli ultimi due anni? Jack Draper al Queen’s Club nel 2024 – una sconfitta che potrebbe avergli fatto bene, affinando il suo focus in vista dell’obiettivo più grande. Sta inseguendo il terzo titolo consecutivo a Wimbledon, e non c’è alcun motivo per credere che non possa farcela.

Carlos Alcaraz, Wimbledon 2024

L’Occasione di Sinner per Entrare nella Storia Italiana

Dalla vittoria allo US Open dello scorso anno, Jannik Sinner sta giocando il miglior tennis della sua carriera, nonostante sia stato battuto da Alcaraz sia a Roma che a Parigi. Dopo aver conquistato il secondo titolo consecutivo agli Australian Open, le sue uniche apparizioni sono state proprio a Roma e al Roland Garros. In entrambi i tornei ha mostrato una forma eccezionale, dimostrando che la sospensione per doping non ha lasciato alcun segno sulla sua fiducia né sul suo rendimento.

Al Roland Garros ha raggiunto la semifinale con un record impressionante: una sola doppia fallo in tutto il torneo, qualcosa mai riuscito a nessun altro. A differenza di Alcaraz, ha espresso un dominio assoluto e una continuità notevole, vincendo tutti i match fino alla finale per 3-0. Sul suo cammino ha battuto avversari di alto livello come Gasquet (sostenuto dal pubblico di casa), Lehecka, Rublev, Bublik e Djokovic.

Jannik Sinner, Roland Garros

Sinner gioca con precisione e costanza da macchina, mettendo in campo un tennis fatto di controllo e calcolo. Ma anche le macchine hanno i loro punti deboli, e Carlos Alcaraz ha le qualità per individuarli. Se Sinner rappresenta la stabilità, Alcaraz è improvvisazione e creatività, porta caos e imprevedibilità. Negli ultimi due anni, è stato proprio lo spagnolo a scompaginare il “codice perfetto” di Sinner. La finale di Roland Garros lo ha confermato: le sue accelerazioni hanno mandato fuori giri Jannik, spezzandone il ritmo e portandolo all’errore. In un mondo di strategie consolidate, Alcaraz è l’elemento di disordine – spesso decisivo per spezzare la perfezione.

Il pezzo mancante: la corsa di Sinner verso la gloria di Wimbledon

Sinner arriva a Wimbledon 2025 con un buon bilancio sull’erba: 23 vittorie e 11 sconfitte, con partite molto combattute contro Medvedev e Djokovic. Tuttavia, i suoi risultati a Wimbledon finora sono stati limitati: una semifinale nel 2023 (persa in tre set contro Djokovic) e due quarti di finale, persi entrambi al quinto set contro Medvedev (2024) e Djokovic (2022). Ma il suo gioco ha fatto un grande salto di qualità dall’US Open in poi. È più maturo, più in forma e più aggressivo. Il 2025 potrebbe davvero essere l’anno della svolta. Vincere a Wimbledon significherebbe diventare il primo italiano nella storia a sollevare il trofeo, e il secondo a raggiungere la finale dopo Berrettini nel 2021.

Jannik Sinner, Wimbledon

Gli Outsider: Chi Potrebbe Sconvolgere i Pronostici?

Djokovic, Alcaraz e Sinner sono i tre grandi favoriti, ma non sono gli unici nomi da tenere d’occhio. Alcuni giocatori con esperienza e ottimi risultati sull’erba potrebbero sparigliare le carte a Wimbledon 2025.

Matteo Berrettini

Partiamo proprio da Berrettini, che ha un 80% di vittorie sull’erba dal 2018 e ha raggiunto sei finali, secondo solo a Djokovic in questo periodo. Quando è in forma, il suo servizio e diritto devastante sembrano fatti apposta per questa superficie. Lo ha dimostrato nel 2021, quando raggiunse la finale di Wimbledon, persa contro Djokovic. Tuttavia, la sua forma fisica è stata altalenante e l’incostanza è diventata un problema. I problemi addominali lo hanno costretto al ritiro contro Ruud a Roma, e ha rinunciato anche all’ATP di Stoccarda, primo torneo su erba. Ma se riuscisse a recuperare, una corsa fino in fondo non sarebbe una sorpresa.

Matteo Berrettini, Wimbledon 2021

Alexander Zverev

Sulla carta, Zverev ha un gioco perfetto per l’erba: servizio potente, solidità da fondo campo, buon movimento. Nella realtà, però, continua a bloccarsi nei momenti chiave dei tornei importanti. Finché non dimostrerà di chiudere le partite contro avversari di livello negli Slam, il giudizio su di lui resta sospeso.

Alexander Zverev, Wimbledon

Taylor Fritz

L’americano possiede un servizio potentissimo e colpisce con aggressività sia di dritto che di rovescio. Lo scorso anno ha ottenuto buoni risultati sull’erba, ma, proprio come Zverev, tende a perdere la concentrazione nei momenti di pressione. Fritz ha tutte le qualità per spingersi lontano a Wimbledon, ma la gestione mentale resta il suo principale punto interrogativo.

Jack Draper

Il mancino britannico potrebbe essere l’outsider più interessante del tabellone. Gioco potente, forma recente positiva e un pubblico di casa pronto a sostenerlo: Draper ha tutto per brillare sull’erba. Ma la pressione è un’altra storia, e le eliminazioni nelle prime fasi degli anni passati contro Norrie e de Minaur dimostrano che ha ancora da imparare a gestirla.

Jack Draper, Stuttgart

Lorenzo Musetti

Nonostante sia noto soprattutto per le sue prestazioni sulla terra battuta, Musetti ha stupito lo scorso anno con una corsa straordinaria sull’erba: finale al Queen’s Club e semifinale a Wimbledon, dove ha dato filo da torcere a Djokovic. Dopo una stagione sulla terra brillante e un ottimo Roland Garros, ha però subito un infortunio e, come Berrettini, si è ritirato dall’ATP di Stoccarda. Se resta in salute, può essere uno degli outsider più pericolosi.

Alex de Minaur

La velocità è l’arma principale dell’australiano, e sull’erba è oro puro. Si muove in modo eccezionale, colpisce la palla presto e non molla mai uno scambio. Ha raggiunto i quarti di finale l’anno scorso (eliminato da Djokovic) e l’anno prima era stato battuto da Berrettini. Non sottovalutatelo.

Alex de Minaur, Wimbledon

Wimbledon: Realtà o Sogno?

Tutti questi dark horse hanno potenziale, ma arrivare al weekend finale a Wimbledon è un altro pianeta: servono nervi saldi, reazioni fulminee e lucidità mentale. L’erba premia gli scambi brevi e la freddezza, e spesso è l’esperienza a fare la differenza. Vincere un torneo 250, 500 o anche arrivare lontano in un Masters è una cosa. Ma battere Djokovic, Alcaraz o Sinner al meglio dei cinque set sul Centre Court è tutta un’altra storia.

Eppure, questo è il tennis – le sorprese accadono, e lo slancio può cambiare tutto. Wimbledon 2025 si preannuncia come un classico: la vecchia guardia (Djokovic) che resiste, la nuova élite (Alcaraz e Sinner) che avanza, e un branco affamato (Berrettini, Zverev, Fritz, Draper, Musetti e de Minaur) pronto a colpire.

Che sia Djokovic a fare la storia, Alcaraz a prolungare il suo regno o Sinner a scrivere la leggenda italiana, una cosa è certa: la magia trova sempre la sua strada sull’erba dell’All England Club.